In qualità di ispettore della Guardia di Finanza (ora in pensione) qualche anno fa, ho partecipato ad un corso sul “Diritto Umanitario Internazionale” presso la struttura militare del Comitato Regionale Toscano della Croce Rossa, in via dei Massoni.
Si trattava di un corso cosiddetto “Interforze” al quale partecipava personale dell’Esercito, della Polizia, dei Carabinieri dei Vigili del Fuoco, dell’Aviazione e della Guardia di Finanza, molti dei quali erano stati impiegati in missioni di pace in territori dilaniati dalle guerre (Iraq, ex Jugoslavia, Israele, Somalia, Afghanistan etc.).
Nel corso delle lezioni, ho scoperto quali e quante attività può svolgere la Croce Rossa, sia in ambito militare, che civile, di soccorso alla popolazione in occasione di emergenze o disastri, oltre quelle ben note di assistenza sanitaria.
Questo aspetto ha acceso in me la curiosità verso questa associazione, tanto che, a distanza di qualche anno ho deciso di farne parte.
Raggiunta l’età della pensione, abituato da sempre a seguire con dinamicità i miei interessi e le mie passioni, ho frequentato il corso di accesso per volontari Croce Rossa e di lì a poco quello per “Operatori di Emergenza”.
Fin da subito ho partecipato ad attività legate a questo settore particolarmente delicato ed importante, cercando di fornire un contributo personale alle diverse necessità della popolazione, avendo del tempo a disposizione da dedicare.
Oltre alle richieste formulate dalla Protezione Civile, in occasione di particolari eventi meteorici come l’emergenza neve in Garfagnana in questo 2021, l’emergenza neve/ghiaccio nella città di Firenze nel 2018, ho fatto parte di squadre deputate all’intervento di altri tipi di emergenze quali: l’incendio sui monti Pisani (Monte Serra) nel 2018 e l’evento sismico che ha colpito il Mugello nel dicembre del 2019.
Il 2020 e l’inizio del 2021 ha visto l’Area Emergenza impegnata in diversi interventi legati alle problematiche del Covid, quali montaggio o allestimento di:
- tende in corrispondenza di presidi sanitari, utilizzate per i c/d “Triage” (Santa Maria Nuova, B.go San Lorenzo);
- tensostruttura utilizzata per il “Drive Through” ad Ospedaletto (PI), nonché tende utilizzate per lo stesso servizio nei Comuni di San Casciano V.P., Tavarnelle e Barberino Val d’Elsa;
- alcuni container posizionati nella zona antistante l’aeroporto, destinati ad accogliere le persone risultate positive al Covid;
- svuotamento di materiale vario presso l’ospedale dei “Fraticini” in via dei Massoni e successiva sistemazione del materiale necessario per accogliere degenti;
- presenza in alcune scuole superiori, in occasione degli esami di maturità, per garantire un afflusso regolare degli studenti all’interno del plesso scolastico ed evitare possibili assembramenti.
Tutt’ora fornisco il mio contributo personale ad altre attività, sicuramente meno impegnative sotto un profilo fisico, ma ugualmente importanti e necessarie per la popolazione, quali la consegna delle mascherine nel periodo del lockdown, o la consegna pasti o medicinali alle persone risultate positive al Covid.
Croce Rossa mi è sembrata da subito l’associazione in grado di fornire maggiori opportunità per poter aiutare gli altri, forse per la sua connotazione internazionale, nonché per la sua molteplice presenza in ambiti diversi (salute, sociale, emergenza etc. etc.).
Lontano mille miglia da ogni concetto astratto che riconduce all’eroismo e alle parole ad effetto, quale sacrificio, dedizione, sprezzo del pericolo e quant’altro, fare volontariato rappresenta per me un modo per potermi rendere utile, a vantaggio di persone che per motivi diversi non possono far fronte alle loro necessità.
Il tutto svolto semplicemente mediante una concreta disponibilità ed un’estrema correttezza, attraverso semplici atti che possono essere: quello di spingere una sedia a rotelle per accompagnare un paziente disabile ad una visita medica, o portare dei pasti a chi, colpito dal Covid, vive da solo e non ha nessuno che si prende cura di lui, o allestire assieme ad altri volontari una qualsiasi struttura (tenda o gazebo) per ospitare una postazione sanitaria.
Il volontariato rappresenta quindi per me, un modo per essere di aiuto a chi è in difficoltà, a chi ha bisogno, in ragione delle sue condizioni di salute, economiche, psicologiche o altro.
L’aver fatto parte di una squadra che a fine giornata ha completato un qualsiasi lavoro, mi rende in qualche modo felice, consapevole che quell’impegno profuso, andrà a vantaggio di persone in difficoltà che ne potranno trarre dei benefici, o un grazie sottolineato da un sorriso di una persona in difficoltà alla quale ho reso un qualsiasi servizio tramite la Croce Rossa, non ha prezzo.
Non è facile individuare un singolo episodio, poichè nella mia breve esperienza in Croce Rossa sono stati diversi i casi che hanno lasciano una traccia indelebile.
Potrei parlare di qualche paziente affetto da gravi complicanze oncologiche, con il quale, dopo alcuni “trasporti sociali” presso la struttura deputata alla “chemio”, si crea un rapporto dove questa persona si confida e parla della sua vita che sente sfuggirgli giorno per giorno, ma alla quale si aggrappa con tenacia, delle sue aspettative e speranze, di quello che vorrebbe fare dal momento in cui questo terribile male lo abbandonerà. E purtroppo invece, si riceve una telefonata dai parenti dove ti avvertono che quella persona qualche giorno prima del trasporto è deceduta.
Proprio da questi aspetti si comprende com’è importante la vita di ciascuno di noi, seppur costellata dai tanti affanni e preoccupazioni, da tanti piccoli problemi di salute anche fisiologicamente legati all’età, e come è giusto apprezzarne ogni aspetto, anche se alcune volte sembra essere indirizzata in una via senza uscita.
Ed è anche in Croce Rossa che si ha la possibilità di fare la conoscenza con persone che seppur giovani sono già stati messi alla prova dalla vita.
Come i volontari provenienti dall’Africa sub sahariana, che svolgono per alcuni mesi il volontariato presso il Comitato di Firenze, inviati dal Comune. Dopo aver conquistato una certa fiducia nei confronti di altri volontari, confidano storie di vita terribili, fatte di privazioni delle cose più elementari, di situazioni familiari incredibili, di un’adolescenza non vissuta, di una vita senza speranza, dove in alcuni paesi la vita di una persona vale meno che niente.
Eppure, nonostante tutto questi giovani hanno ripreso a sperare per un futuro migliore.
Gianni Bottinelli, area emergenze Comitato di Firenze