Testo a cura di Riccardo Romeo Jasinski
“Associazione Italiana di Soccorso pei militari feriti e malati in tempo di guerra”: questo era il nome del Comitato di Firenze della Croce Rossa Italiana, nel 1864.
Ancora non era stata ratificata la Convenzione di Ginevra (la 1^) del 22 agosto di quell’anno e già si costituivano sul territorio italiano comitati di cittadini che avevano come scopo quello di aiutare i soldati che rimanevano feriti o che si ammalavano in guerra. La spinta alla creazione di questi Comitati derivava da quello che oggi si chiama “movimento di opinione” che si venne a creare dopo la II Guerra d’ Indipendenza (1859) a seguito dell’opera di Henry Dunant e degli scritti di altri personaggi, dei resoconti delle battaglie pubblicati sui giornali o sulle riflessioni di qualcuno.
E’ certo che queste idee diffuse da Dunant erano già circolate precedentemente ad opera di Ferdinando Palasciano che si auspicava “la neutralità dei feriti e malati in guerra” e la costituzione di squadre di volontari per la ricerca di feriti sui campi di battaglia ne fu la conseguenza, cosi come l’esigenza che fossero ben individuabili grazie ad un segno di riconoscimento e non fossero fatti oggetto di violenze.
I primi fiorentini che fecero parte di questo Comitato erano per la maggior parte persone appartenenti a ceti sociali abbienti: la nobiltà, l’alta borghesia e militari ma si trovarono anche sacerdoti e accanto ad essi persone del popolo spinti anche loro da sentimenti di solidarietà.
Passarono pochi anni dall’inizio dell’attività del Comitato di Firenze che, dopo la ratifica dell’Italia alla Convenzione di Ginevra prese il nome di Associazione Italiana della Croce Rossa, scoppiò la III Guerra d’Indipendenza (1866); una delle quattro squadriglie di soccorso dell’Associazione Italiana inviate sui campi di battaglia era costituita da fiorentini: questi operarono nella zona dell’attuale Veneto per più di due mesi e dai resoconti dell’epoca si capisce l’entusiasmo di queste persone nel sentirsi veramente utili; si sentivano animate da uno spirito nuovo: quello della solidarietà oltre che dell’umanità.
Ecco che da quella data inizia il nostro cammino.
Dallo studio di nuove tecniche di soccorso, nuovi mezzi di trasporto, scambio di esperienze con altre Società Nazionali di Soccorso che si costituirono in altri paesi del mondo, ci fu un crescere di attività, di impegni e di risultati.
La partecipazione ad esposizioni nazionali ed internazionali in cui venivano messi in mostra materiali ed attrezzature studiati appositamente per facilitare l’attività di soccorso (tende da campo, carri ambulanza, lettighe ed altro) contribuì a diffondere il concetto teso a mitigare la violenza della guerra nei confronti dei soldati.
Da quegli anni la presenza della CRI di Firenze con il proprio personale, propri mezzi e materiali è sempre stata crescente: interventi prima in guerra e poi anche in pace, vedono ovunque e comunque fiorentini in prima linea!
Da quel lontano 1866 abbiamo la presenza dell’Associazione ai soccorsi ai feriti nella Guerra franco-prussiana del 1870-77, nel conflitto dei Balcani (1912/13) ed altri interventi in guerra, per giungere poi alla 1 e 2 guerra mondiale, in Corea, in Congo, nel Libano, fino ad arrivare all’IRAQ e all’Afghanistan.
Non solo nei conflitti armati, ma anche nelle emergenze, nelle pubbliche calamità, ieri sotto l’egida delle Forze Armate, oggi nell’ambito della Protezione Civile l’impegno è stato significativo; dall’eruzione del Vesuvio del 1905, poi al terremoto calabro-siculo 1908, all’Abruzzo nel terremoto 1915, per poi arrivare all’alluvione di Firenze il Comitato si è sempre impegnato ed anche nel 1966, benché alluvionato, ha contribuito coordinando i soccorsi di tutti i Comitati d’Italia e delle Società Nazionali estere.
Da quella data, 1966, l’impegno nelle emergenze si fa sempre più intenso e continua con una partecipazione attiva dei volontari (ieri chiamati Pionieri) durante tutti questi decenni; gli ultimi eventi, in Abruzzo ed Emilia ci trovano presenti nei campi di accoglienza per le popolazioni colpite dal terremoto.
Per essere presenti efficacemente è necessario che i volontari siano addestrati e formati e questa è stata, fin dalla sua costituzione, una caratteristica della CRI: la formazione permanente del proprio personale; ieri con le Scuole per le Volontarie, per le Assistenti Sociali, per il personale infermieristico e per i dirigenti sanitari, oggi con i corsi nei molteplici settori d’intervento della CRI con i propri istruttori e formatori, sia per l’interno dell’Associazione, sia nei confronti della popolazione, della scuola, degli ambienti di lavoro, delle comunità.
E’ difficile e complesso elencare le “cose” che sono state fatte, ma è in corso da alcuni anni una rivalutazione della nostra storia, attraverso lo studio, la ricerca, l’approfondimento di questa tematica: corsi per cultori della storia di Croce Rossa vengono organizzati in tutta Italia così come vengono creati uffici storici presso i vari comitati perché, conoscendo il passato, si può progredire nel futuro.
Umanità
Neutralità
Volontarietà
Universalità
Imparzialità
Indipendenza
Unità
Guida e faro delle azioni dei Volontari della Croce Rossa sono i sette Principi Fondamentali del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, che ne costituiscono lo spirito e l’etica: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità. Adottati nella 20ª Conferenza Internazionale della Croce Rossa, svoltasi a Vienna nell’ottobre del 1965, i Principi Fondamentali sono garanti dell’azione del Movimento, ma anche della CRI e di ogni suo Volontario e aderente.
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