Sono entrata in Croce Rossa perché mi offriva la possibilità di unire il mio ambito di studio e lavoro, ossia le relazioni internazionali e la mia passione per la medicina.
Sono due mondi distinti ma che hanno in comune la possibilità di aiutare gli altri, anche se in forme e modi differenti.
Saper di poter convogliare queste due realtà con il fine di far del bene è un grande stimolo.
Ho sempre voluto entrare in Croce Rossa e fare il soccorritore. Desideravo fare il medico e pensavo “quale miglior inizio se non la vita in ambulanza?”.
Compiuti 18 anni ero pronta ad iscrivermi, ma la vita ha deciso che non era il momento. Mi sono rotta le ginocchia e così ho dovuto aspettare. Nel frattempo anche i miei piani sono cambiati, ho iniziato l’università, ma non medicina, bensì relazioni internazionali.
Finalmente, nel 2017 sono diventata volontaria della Croce Rossa Italiana e proseguendo negli studi ho scoperto quanti punti in comune ci fossero tra l’attività di volontariato e il mio percorso universitario.
Una volta presa la laurea triennale a Milano ho deciso di trasferirmi a Firenze per proseguire con quella magistrale. A marzo del 2020, scoppiata la pandemia, ho deciso di rimanere, di non ritornare a casa e ho chiesto l’estensione di servizio presso il Comitato di Firenze.
Da quel 15 marzo 2020, è iniziata una nuova avventura ricca di ore di servizio in ambulanza, qualche video e tanti sorrisi.
E poi, dallo scorso ottobre, un nuova svolta: sono stata nominata Delegato dell’obiettivo Principi, Valori e Cooperazione Internazionale.
Si può dire che da quel momento la mia vita professionale ha trovato l’intreccio perfetto con quella da volontaria.
Non ho mai contemplato realtà diverse dalla Croce Rossa. Per me Croce Rossa non è solo servizio di emergenza, è molto altro!
É anche origine di molti dei miei studi: Il diritto internazionale umanitario, le convenzioni di Ginevra, Henry Dunant… La Croce Rossa, per me, studentessa e laureata in relazioni internazionali è un mondo che convoglia passioni, possibilità e crescita.
Fare volontariato è un grande impegno, ma anche una valvola di sfogo, uno stimolo a crescere, un motivo per mettermi sempre alla prova, soddisfazione.
Ci stiamo occupando proprio in questi giorni un rimpatrio per ragioni sanitarie. Una situazione particolare da gestire in un momento storico come questo. Riportare a casa una persona, nonostante si trovi all’interno della Comunità Europea, richiede di tenere in considerazione un numero considerevole di fattori.
Si tratta per me di una situazione nuova, in un certo senso una sfida, che però mi ha stimolata molto.
Racchiude davvero l’essenza della mia scelta di fare volontariato in Croce Rossa, è la commistione per antonomasia dei miei due mondi, la cooperazione internazionale e il supporto sanitario. Rappresenta una grande possibilità di crescita professionale e personale che sono certa mi sarà utile in futuro per poter aiutare altre persone in difficoltà, e questo mi appaga infinitamente.
Chiara Pasini, Delegato Principi, Valori e Cooperazione Internazionale
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