Succedevano cose e io ero impotente. Allora ho deciso che era il momento di contribuire a risolvere i problemi, anziché limitarmi ad assistervi.
Il mio approdo in Croce Rossa non è stato del tutto lineare.
Da sempre affascinato al mondo del soccorso, ho sentito che era ora di mettermi in gioco in prima persona quando nel 2009 il terremoto devastò L’Aquila e dintorni.
Mi trovavo a Roma e avvertii la scossa molto chiaramente. La mattina dopo, i telegiornali non parlavano di altro e io, allora appena quattordicenne, non mi capacitavo di non poter fare niente per aiutare.
Passò qualche anno finché, nel 2012, alcuni volontari di un’associazione di Protezione Civile vennero a presentare le proprie attività nella mia scuola. Decisi di aderire, e passai con loro quasi due anni.
Alla fine del 2013 fui fermato per strada da alcuni Volontari della Croce Rossa di Roma, che mi invitarono ad entrare: mi si aprì un mondo, e non potei che accettare.
Le ragioni per cui ho scelto Croce Rossa e non un’altra associazione sono diverse: in primo luogo, è stata la prima grande associazione con cui sono entrato in contatto (e a Roma non ce ne sono molte altre), poi man mano che l’ho conosciuta più a fondo mi sono sempre più appassionato alla sua storia, ai suoi principi, ai suoi ideali.
Oggi non la cambierei con nessun’altra Associazione.
Fare volontariato è da sempre un modo per stare bene con sé stessi, per condividere una parte della propria vita con chi da quel tempo può trarre un giovamento e per portare umanità e assistenza laddove, magari, le Istituzioni da sole non riescono ad arrivare.
Per me rappresenta l’attività principale e la parte più importante della mia vita fino ad oggi.
Ho dedicato alla Croce Rossa e al volontariato in generale più tempo, concentrazione ed energie di quanto abbia mai fatto per qualunque altra realtà. Rappresenta un elemento imprescindibile della mia persona.
Come mi disse un collega a Roma, colui che ha guidato i miei primi passi in associazione: “La Croce Rossa sopravvive benissimo senza di me, sono io che non posso fare a meno della Croce Rossa”.
Ho cercato di rendere questa frase, insieme a “essere utili dove necessita”, che considero un po’ un motto, una guida nella mia vita di volontario.
Di momenti estremamente formativi in Croce Rossa ne ho vissuti davvero tanti; formativi da tutti i punti di vista, da quello tecnico, a quello umano.
Mi è rimasta impressa la mia prima lezione di BLS in una scuola; parlare in pubblico non è mai stato il mio forte, ma mi sono reso conto in quella situazione che la chiave per affrontare l’ansia da pubblico è parlare di una cosa che si percepisce davvero come importante, bella, che vale la pena condividere con gli altri.
Davanti a quelle tre classi di ragazzi e ragazze, ho raccontato quello che per me rappresentava il primo soccorso, l’opportunità di dare una speranza di vita in più a una persona, e ho spiegato loro come farlo.
Essendo partito con un’aspettativa tendente al disastroso sulla mia capacità di affrontare questa sfida, sono uscito da quell’aula certo di aver acquisito una nuova consapevolezza delle mie capacità e un nuovo modo per affrontare i miei limiti!
Matteo Crinò, consigliere e volontario del Comitato di Firenze di Croce Rossa Italiana