Ho sempre cercato a modo mio di aiutare le persone, finché un giorno ho capito che da sola potevo fare ben poco, così ho pensato che Croce Rossa mi avrebbe potuto aiutare in questo mio percorso, e così è stato.
Quando inizialmente sono entrata a far parte di questa associazione, ero insicura ed esitante, ben presto ho conosciuto delle bellissime persone che mi hanno accolto e aiutato attraverso esperienze personali e corsi formativi. Fin dai primi giorni ho capito che aiutare gli altri aiuta anche noi stessi.
Ho scelto proprio Croce Rossa perché già conoscevo qualcosa riguardo alle attività svolte dal Comitato di Firenze, me ne parlava con entusiasmo mio nipote, volontario già da qualche anno.
Sono passati 16 anni dal giorno in cui ho fatto il corso base per accedere come volontario, non mi sono mai pentita. Non ho mai pensato di smettere, anche se a volte ci sono momenti in cui ti accorgi che il tuo aiuto e la tua volontà non basta e non puoi fare di più, allora ti verrebbe voglia di mollare, ma non ho mai ceduto.
Circa 14 anni fa, io con un piccolo gruppo di volontari abbiamo pensato di fare qualcosa che potesse far ricordare la Croce Rossa non solo come un’associazione che si occupa di soccorso in caso di incidenti, malattie o supporto negli ospedali, ma anche come qualcosa che poteva rallegrare e far ridere, così abbiamo messo su una compagnia teatrale di una decina di elementi che non sapevano né recitare né cantare, ma eravamo sicuri di ciò volevamo fare, portare allegria.
Il nostro teatro è sempre stato una stanza di una casa di riposo, le nostre commedie sketch comici in vernacolo e canzoni degli anni passati. Così per tutti questi anni siamo andati nelle case di riposo di Firenze e dintorni.
Ci siamo inventati anche di invertire i ruoli, così gli ospiti delle case di riposo da spettatori diventano protagonisti, perciò ogni anno teniamo un concorso canoro chiamato “Ugole D’Argento” dove i cantanti sono loro, i nostri anziani e il luogo dove si esibiscono è un vero e proprio teatro. Durante l’anno si preparano con i propri animatori per questo concorso, imparando canzoni o poesie.
Il giorno della manifestazione è un giorno speciale, bellissimo, andiamo a prenderli con i mezzi di Croce Rossa e sentiamo durante il tragitto che parlano e ricordano i luoghi della loro gioventù. Dall’arrivo in teatro alla fine dello spettacolo, nell’aria c’è musica e felicità.
Per noi volontari è dura allestire questo spettacolo sia per il poco tempo a disposizione, che per tutto ciò che occorre fare, ma sicuramente, e posso parlare a nome di tutto il gruppo, vedere quegli occhi magari spesso annebbiati per l’età avanzata, che brillano mentre la canzone viene intonata e le mani tremanti che applaudono, ci riempiono il cuore di gioia e non potranno mai essere scordati.
L’esperienza del teatro mi ha trasmesso veramente tanto, e mi ha fatto capire che cercare di rendere felici quelle persone a cui basta poco, una parola, un gesto, una canzone, è veramente facile e ci vuole veramente poco.
Per finire vi svelo il nome del gruppo teatro “Si fa icché si po’ a volte ci si riesce a volte no”.
Ma noi ci impegneremo sempre!
Elisabetta De Rossi,
volontaria e fondatrice del gruppo teatro del Comitato di Firenze di Croce Rossa