Pubblichiamo le impressioni del primo servizio all’Istituto Penale Minorile delle nostre volontarie Sara Chiostri e Gandolfa Maria Gennaro:
Come prima esperienza la definirei senza dubbio positiva, mi sono trovata davvero a mio agio sia con gli altri volontari sia, e soprattutto, con i ragazzi. A nessuno di loro ho rivolto domande dirette o personali sul motivo della loro reclusione e argomenti connessi, ma ho reputato più giusto lasciare che fossero loro ad avvicinarsi e a decidere quello di cui volevano parlare. Sono dell’ avviso che questi servizi di tipo “sociale” arricchiscano molto noi volontari che li svolgiamo perchè ci danno la possibilità di confrontarci con altre “fette” di realtà che sono nascoste e non conoscibili da tutti ma sono vere ed esistenti tanto quanto la nostra quotidianità. Da questa osservazione ravvicinata abbiamo modo di capire e conoscere tanti aspetti e problematiche della realtà che altrimenti non conosceremmo mai. Sarei contenta di iniziare un percorso insieme a voi, nella speranza che anche solo una persona tra tutte quelle che incontriamo possa conservare dentro di sè nel futuro qualcosa di buono di quello che possiamo fare e condividere con loro. Io non ho grandi talenti nè capacità speciali… ma sono a disposizione per il poco che posso, sarò felice di rendermi utile. Grazie per l’opportunità.
Sara
Una lunga passeggiata tra le vetrine natalizie ed i consumatori
il cielo grigio del primo pomeriggio aspettando gli altri volontari
strade e piazze intorno alla stazione principale sempre più degradati
girare senza meta, entrare in qualche negozio, confrontare i prezzi rialzati
pensieri affollano la mente mentre arriva la macchina con gli altri volontari
il portone d’ingresso si apre, altri saluti ed una breve sosta per scaricare il materiale
cominciano le rigide procedure: i documenti, i permessi, le chiavi per lasciare le borse
un comunicare che sa di fiducia controllata, un gentile chiedere alternato al pretendere
contano le bottiglie, ribadiscono il non uso di internet, tagliamo il panettone ed il pandoro
le altre guardie cominciano ad aprire le porte, si mostrano sicuri, salutano sorridendo
si ripete il meccanismo rigidamente previsto: porta da chiudere prima di aprire la successiva
un grande cortile interno, quasi occupato totalmente dal campo di calcio con l’erba artificiale
contengono libri quasi nuovi le poche librerie della biblioteca dove in genere ci si incontra
obsoleto e malinconico il materiale informatico ci osserva come in un vecchio film moderno
colpisce su uno scaffale quella scritta bianca e tremolante: ‘piuttosto che tradire, meglio morire’
patti di sangue, giuramenti e condivisione senza ragioni, altri valori occupano i loro pensieri
li vediamo arrivare lentamente dall’esterno, si fermano, temono, aspettano, ci osservano
qualcuno di noi, su suggerimento della responsabile, esce a salutarli, li invitiamo ad entrare
ci studiano un po’ diffidenti, si avvicinano e si presentano pronunciando parole da grandi
tatuaggi vistosi, piccole e grandi cicatrici si confondono con le loro espressioni innocenti
sorridono incerti, assomigliano ad adulti che da tempo si sono dimenticati della loro infanzia
parlano di macchine lussuose, di soldi da spendere, evocano divertimenti e bevande alcoliche
iniziano a leggere, a cantare, si stancano subito, alle vecchie canzone preferiscono la loro musica
cadono le ultime resistenze intorno al tavolo mangiando e bevendo, non provocano ma raccontano
gli arresti famigliari, i tanti trasferimenti in vari istituti, i troppi anni ancora da scontare
è davvero giovane l’ultimo arrivato dalla vicina Africa, spera in un’assoluzione da film
qualcuno si apparta, gli sorrido, con un gesto propongo un bicchiere di succo, lui accetta
i gesti comunicano più delle parole, il prendersi cura aiuta a instaurare fiducia e rispetto
consapevoli che l’incontro sta per finire ci descrivono i loro prossimi impegni: messa e pranzi
chiedono di poter tenere i cappellini da babbo natale, le guardie accettano, loro approvano felici
con gli auguri e la promessa di ritrovarci nel 2012, in maniera sparpagliata si allontanano da noi
torniamo indietro verso quella porta a loro proibita, ci ridanno i documenti, salutiamo il personale
ripenso alla mia tesi di laurea, ai tanti anni d’ insegnamento, a questo nuovo volontariato alla CRI
la solidarietà verso gli emarginati non è solo ascolto, non è solo aiuto ma impegno ed attenzione.
Gandolfa