E’ una noiosa serata di inverno… sono a casa ad ascoltare un po’ di musica, progettando cosa fare dopo cena. Inaspettatamente un mio collega, il responsabile dell’OTT, mi chiama e mi chiede di effettuare un servizio…
è urgente, non siamo l’associazione reperibile, non toccherebbe a noi, ma dalla centrale arriva questa pressante richiesta. Un po’ svogliatamente, con la stanchezza di una giornata di lavoro addosso scendo in garage, giro la chiave della moto e corro in sede… Lì, parlando con la centrale, ho la conferma che quel trasporto organi non è uno dei tanti soliti servizi che capitano… l'”urgenza” di cui avevano parlato è reale e a Careggi stanno già aspettando il mio arrivo…
Il mio Ispettore ha già preparato la macchina, la “Grande Punto”, e il frigorifero per il trasporto organi. Pochi minuti dopo arrivo in reparto a rianimazione, ritiro le solite scartoffie, gli infermieri sono agitati, sento dire “le hanno già portate in sala operatoria” e allora lì capisco quale sarà il mio compito… Due sere prima una macchina si è schiantata per le strade di Firenze, a bordo erano quattro, tutti giovani e due delle ragazze che erano a bordo non ce la faranno… il sangue di quelle provette che dovrಠportare a Pisa il più velocemente possibile servirà a fare il test di istocompatibilità per l’espianto degli organi e scoprire a chi, la loro dipartita, donerà una speranza di vita. Salgo in macchina, accertandomi che il contenitore sia ben fermato, non posso certo permettermi di rompere una provetta. Quella strada, tra Careggi e Pisa Cisanello l’ho già fatta altre volte, è quasi tutta sulla FI-PI-LI, una pessima strada ma la più veloce per collegare i due ospedali. Corro, corro più che posso, senza mai oltrepassare l’ideale velocità massima di sicurezza che mi impongo, che tuttavia è ben oltre il limite dettato dal codice della strada… e se ne accorgono le altre auto, che cedono repentinamente il passo sentendo e vedendo arrivare la mia macchina… livrea bianca, una striscia che corre lungo le fiancate ed un simbolo di speranza, la Croce Rossa… le luci blu dei lampeggianti illuminano la strada e ciಠche la circonda… sotto la pioggia tutto assume una dimensione così diversa. Mancano pochi kilometri, la pioggia si fa ancora più fitta e la strada sembra essere diventata un fiume in piena… devo rallentare, non posso rischiare di perdere il controllo della macchina, devo consegnare quelle provette a tutti i costi… ma la tentazione di accelerare è sempre forte…
Finalmente arrivo a Cisanello, palazzina 2C, dedicata esclusivamente ai test di questo tipo. Nonostante l’ora tarda, sono le otto e mezzo di sera, due tecniche di laboratorio sono ad aspettarmi… Qui finisce il mio servizio, non saprಠmai se la mia corsa ha permesso di salvare qualche altra vita umana, dopo il sacrificio delle due ragazze; mi rimane tuttavia la certezza di aver fatto il possibile affinchè questo avvenisse. Rientrando in sede mi fermo in area di servizio, sono stanco e gli occhi incominciano a chiudersi da soli… ordino un caffè e quando vado per pagarlo la cassiera mi dice “per voi Volontari della Croce Rossa si puಠfare anche un omaggio”… quella Croce che in Italia è più bistrattata e insultata che in qualsiasi altra parte d’Europa, sotterrata da pregiudizi e leggende metropolitane, riesce ogni tanto a ricevere una piccola gratifica… un piccolo segno di riconoscimento… un gesto di ringraziamento per tutte le migliaia di volontari che in Italia, con umiltà ma professionalità , mettono la propria esperienza e il proprio tempo al servizio di chi ha bisogno.
Un Volontario del Comitato Locale di Firenze