“Dato che vado a fare un servizio in cui devo uscire, potrò almeno stare fuori!” – ho pensato semplicemente questo quando ho deciso di unirmi ai volontari temporanei di Croce Rossa Italiana.
In pieno lockdown, come ogni diciottenne, avevo bisogno di uscire, non ce la facevo più a stare in casa tutto il giorno senza far niente. Pensa che tutto è nato perchè mia madre mi ha inoltrato via mail il bando del Comitato di Firenze, perché non sopportava più di vedermi sempre in casa!
Potevo scegliere altre associazioni vicino casa (abito a San Bartolo a Cintoia – Isolotto) e invece mi sono iscritto al Comitato di Firenze della Croce Rossa, con sede sul Lungarno Soderini.
Poi ho scoperto perchè.
Tutto era partito come una cosa temporanea, che sarebbe terminata con la fine delle restrizioni, ma poi qualcosa è cambiato… Man mano che passavano i giorni e i servizi, conoscevo sempre persone nuove che mi raccontavano cosa avrei potuto fare all’interno di Croce Rossa e ho capito che andare a fare servizio non era più una scusa per uscire di casa, bensì una passione.
Passando del tempo nella “stanza giovani” del Comitato ho capito che in Croce Rossa qualunque età tu abbia, di qualsiasi colore tu sia, qualsiasi religione tu professi, ti tratteranno come se fossi uno della famiglia. Ecco, per me Croce Rossa è una grande famiglia.
Fare volontariato è come aver realizzato un sogno, che avevo già nel cassetto ma senza l’opportunità di aprirlo. Fare volontariato è un piacere, ci metto anima e cuore solo per un semplice sorriso o un grazie dalle persone che aiutiamo.
Spesso mi sento dire frasi del tipo “ma perché fai tutte quelle ore se poi non ti pagano nemmeno” oppure “ma sei matto? Va a finire che ti prendi il covid” e mi assalgono i dubbi. Ma mi basta pensare ai sorrisi sotto le mascherine di coloro che aiutiamo e mi torna subito la voglia di tornare a fare un turno!
Come dimenticare il mio primo giorno in servizio, 5 spese a domicilio da fare per “Cri per TE” in coppia con un altro volontario, non ho mai passato così tanto tempo dentro un supermercato! Arrivati dalla prima Signora per la consegna con una montagna di buste, fu così felice di vederci con tutto quel “bendidìo”, che voleva offrici per forza un caffè. Ma a me bastò il suo sorriso!
Samuele, giovane volontario