Riflessioni a conclusione del Convegno di Firenze
“L’umanità è riuscita a preservare il proprio patrimonio culturale dalla distruzione degli uomini che si combattono per delle idee politiche, religiose o di razza o per mere questioni economiche?”
Questo è stato il filo conduttore del convegno organizzato dalla Sezione Toscana della Società Italiana per la protezione dei Beni Culturali (SIPBC Onlus) e dal Comitato Provinciale e Locale della Croce Rossa Italiana (C.R.I.) di Firenze nel 60° anniversario della Convenzione dell’Aja per la Protezione dei Beni Culturali nei conflitti armati (1954-2014), che si è svolto sabato 17 maggio nella Sala P. Verri del Comitato della C.R.I. di Firenze.
Con i saluti dell’Ing. Paolo Cioni, Presidente del Comitato Provinciale C.R.I., del Comm. Riccardo Romeo Jasinski, Presidente della Sezione Toscana della SIPBC Onlus, del Gen. Roberto Conforti, Presidente Nazionale della SIPBC Onlus, il convegno ha preso l’avvio con l’introduzione a cura del Prof. Francesco Sisinni, già Direttore Generale del Ministero dei Beni Culturali sul tema: “Tutela e valorizzazione. I personaggi del recupero del patrimonio, durante e dopo il secondo conflitto mondiale”.
Ha preso poi la parola la Prof.ssa Maria Luisa Stringa, Presidente del Centro UNESCO di Firenze, e la Dott.ssa Cristina Acidini, Soprintendente per il patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze.
Successivamente è intervenuto il Dott. Mauro Del Corso, Presidente F.I.D.A.M. (Federazione Italiana degli Amici dei Musei) ed il Cap. CC Lanfranco Disibio Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze; ha concluso il convegno il Prof. Umberto Leanza, Presidente Comitato Scientifico Sipbc-Onlus.
Moderatore del Convegno è stato Sandro Bennucci giornalista e Direttore del quotidiano on line FirenzePost.
Da questo convegno è emerso che se le nefandezze della seconda guerra mondiale hanno dato lo stimolo per la stesura della Convenzione dell’Aja rivolta proprio ad impedire che nuovi eventi bellici continuassero a distruggere il patrimonio culturale dell’umanità ovunque esso sia, le successive integrazioni e Protocolli aggiuntivi, hanno voluto tendere ad una applicazione più idonea al variare delle metodiche belliche, tuttavia oggi ci rendiamo conto che sempre più le opere d’arte possono essere bersaglio delle nuove metodologie di violenza, sia bellica che sociale, vedi il terrorismo.
Da qui emerge la constatazione che le leggi, nonostante i loro continui adeguamenti non riescono mai a proteggere totalmente i “nostri” beni, per cui il metodo migliore è quello di creare una cultura che faccia comprendere a tutti il valore della loro esistenza, in quanto espressione delle varie civiltà del mondo.
Testo a cura di Riccardo Romeo Jasinski
Delegato Area IV
Comitato Locale di Firenze