[da cri.it] Una settimana sulle reti RAI, dal 15 al 21 aprile 2013, per combattere un’epidemia silenziosa che causa la morte di circa 70.000 persone l’anno in Italia. Trenta Ore per la Vita, in collaborazione con Croce Rossa Italiana, torna ad occuparsi, per il terzo anno consecutivo, del tema della morte per arresto cardiaco improvviso in persone apparentemente sane.
Al suo fianco, Trenta Ore per la Vita, avrà, come sempre, l’infaticabile socio fondatore e testimonial Lorella Cuccarini.
Gli obiettivi della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Trenta Ore per la Vita 2013” sono quelli di diffondere nella popolazione la “cultura del primo soccorso in situazioni di emergenza”; far conoscere le semplici manovre di rianimazione cardio-polmonare nonchè quelle relative alla disostruzione pediatrica; incrementare quanto più possibile, nelle scuole statali e nelle strutture sportive pubbliche, la disponibilità di defibrillatori; formare gratuitamente, attraverso corsi BLS-D (Basic Life Support-Defibrillation) tenuti da istruttori della Croce Rossa Italiana, non meno di 4 persone per ogni struttura che sarà assegnataria di un defibrillatore sulle corrette manovre da compiere in caso di arresto cardiaco.
L’incidenza della morte cardiaca improvvisa è paragonabile a quella determinata dalla somma dei principali tumori conosciuti ed è 10 volte superiore a quella legata agli incidenti stradali e circa 50 volte superiore rispetto alla mortalità dovuta all’AIDS. Duecento morti ogni giorno, una ogni 8 minuti, molte in giovane età, molte evitabili.
La percentuale di sopravvivenza è strettamente legata alla tempestività dell’intervento di soccorso. Per questo, in attesa dell’arrivo dei soccorsi, chi è testimone di un evento drammatico, deve poter intervenire. Non tutti sanno, infatti, che l’utilizzo, entro pochissimi minuti, di un defibrillatore semiautomatico esterno (DAE), utilizzabile anche da personale non sanitario, opportunamente formato, potrebbe salvare la vita alla persona colpita da arresto cardiaco.
Grazie alle due precedenti edizioni (2011 e 2012) saranno oltre 800 i presidi di cardio-protezione attivati sul territorio nazionale ma, soprattutto, sono oltre 5.000 le persone formate grazie alla campagna di sensibilizzazione e ai corsi tenuti dagli istruttori della Croce Rossa Italiana, che ora sono a conoscenza delle modalità di intervento in condizioni di emergenza in caso di arresto cardiaco improvviso e istruite al corretto uso dello strumento salvavita.
“La diffusione della cultura del primo soccorso – dice Francesco Rocca, Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana– è una delle grandi sfide che abbiamo davanti. Lavorare su questa missione, ancora una volta in collaborazione con “Trenta Ore per la Vita”, è motivo di grande soddisfazione. La divulgazione dell’utilizzo dei defibrillatori e l’educazione al primo soccorso in caso di arresto cardiaco improvviso, rappresentano un terreno sul quale la CRI, con i suoi volontari impegnati nei corsi BLS-D, è punto di riferimento da sempre. L’attività di comunicazione diretta al grande pubblico, con l’aiuto dei media di massa, è essenziale per aumentare la percentuale di vite umane salvate. Allo stesso modo la questione della disostruzione pediatrica, ad esempio, è di straordinaria attualità. Ogni anno, circa 50 bambini muoiono per soffocamento da cibo, seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Sono circa 2.000 i volontari e gli operatori della Croce Rossa Italiana impegnati in questa attività. Già migliaia sono le mamme, i papà, i nonni, gli operatori scolastici formati, ma non basta. Serve fare di più”.
“L’attenzione dimostrata dall’opinione pubblica nei riguardi di Trenta Ore per la Vita ed i risultati raggiunti con le due precedenti campagne, ci hanno spinto ad occuparci anche per il 2013 dell’arresto cardiaco improvviso, con il bagaglio di due anni di lavoro che ci hanno permesso di divenire consapevoli delle dimensioni del mondo della cardioprotezione, delle problematiche ad esso connesse, nonché delle resistenze culturali che, purtroppo, ancora permangono circa l’uso di dispositivi salvavita quali i defibrillatori da parte di personale laico”, dichiara Rita Salci, presidente dell’Associazione Trenta Ore per la Vita onlus.
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